Hume e gli esiti scettici dell'empirismo


La rifondazione della "scienza" dell'uomo

Hume parte dalla filosofia di Locke per poi affermare, però, che la conoscenza umana, che non può mai essere assoluta, ma solo probabile. Egli intendeva fondare una "nuova scena del pensiero", esaminando in modo critico tutti i sistemi filosofici precedenti, ritenendoli spesso incoerenti e inconsistenti, frutto più di ragionamenti disordinati e di retorica, più che di analisi razionale. Egli intendeva delineare una vera e propria scienza dell'uomo a carattere sperimentale, sulla scia del fisico Newton. Secondo Hume, tutte le conoscenze dipendono dalla natura umana, che è necessario indagare scientificamente per poter progredire in tutti i campi.


Le impressioni e le idee

Unica fonte della conoscenza umana è la percezione distinta in due tipologie:

- l'impressione, cioè una percezione immediata che si propone con forza ed evidenza alla coscienza;

- l'idea, cioè la rielaborazione successiva dell'impressione, che ne risulta più blanda.

Queste due tipologie di percezione si differiscono, quindi, a tempi diversi. Se un'idea non è frutto di un'impressione, significa che è astratta e quindi può trattarsi di una costruzione arbitraria dell'intelletto. Egli, quindi, critica tutte le idee astratte o metafisiche, perché non riconducibili all'esperienza della percezione. La mente umana dipende sempre e necessariamente dalle sue impressioni.


Il principio di associazione tra le idee

Egli, poi, individua due facoltà dell'intelletto, la memoria e l'immaginazione: esse ci permettono di conservare nella mente le impressioni e collegare poi tra loro le idee che ne derivano. La memoria conserva, quindi, l'ordine e la posizione delle idee semplici; l'immaginazione, invece, è più libera e può stabilire le relazioni tra le idee anche senza seguire un ordine specifico. Hume introduce, quindi, il "principio di associazione", che secondo lui è analogo alla legge della forza di gravità di Newton, equiparando il funzionamento del mondo mentale ai processi della fisica e dei fenomeni naturali. Tale principio si basa su tre criteri: l'assomiglianza, la contiguità e la relazione causa ed effetto.


Le due tipologie di conoscenza

Vi sono poi le idee complesse, derivate dall'unione di due o più idee semplici. L'associazione di idee può creare una relazione tra idee o tra dati di fatto; le prime sono di tipo più astratto, le secondo possono essere vere secondo un grado maggiore o minore di probabilità e vanno verificate empiricamente.


L'analisi dell’idea di causa

Nodo cruciale della filosofia di Hume è il principio di causalità: egli sostiene che la conoscenza umana non porta, comunque, alla verità assoluta, ma si basa sulla probabilità. Poi, però, connette la mente umana e i suoi meccanismi e l'esperienza diretta empirica. Risolve la questione sostenendo che la relazione causa ed effetto non porta comunque ad una verità incontrovertibile, ma dipende anch'essa da un salto logico compiuto dalla nostra mente che si basa anche sulla nostra esperienza e sull'abitudine a considerare una certa causa collegata a un certo effetto. Secondo Hume, quindi, la relazione causa ed effetto non è oggettiva e inevitabile, ma deriva da un'attitudine mentale soggettiva.


L'abitudine come fonte di credenza

Da ciò ne consegue che la connessione effettuata in un certo momento non è detto sia valida anche nel futuro: i principi universali che crediamo reggano il mondo fisico e che siano sempre regolari e costanti sono, in realtà, frutto dell'abitudine dell'essere umano a pensare che le associazioni tra le idee possano stabilire dei principi che rimangono uniformi e uguali nel rapporto spazio-tempo. Anche la scienza, quindi, può solo classificare le regolarità dei fenomeni naturali osservati e fare previsioni probabili, ma non è in grado di stabilire leggi fondamentali e immutabili. La credenza, invece, è un sentimento naturale e non un meccanismo mentale: è la conferma che noi diamo alle nostre impressioni e che crea fiducia nei nostri punti di riferimento basati sulle nostre esperienze e che costituiscono la base delle nostre azioni pratiche. L'uomo, quindi, non possiede certezze, ma solo credenze per potersi orientare nella vita.


La critica all'idea di sostanza

Hume distingue tra:

- sostanza materiale, cioè tutto ciò che si trova al di fuori di noi e che ci suscita impressioni sulle singole qualità delle cose;

- sostanza spirituale, cioè il nostro stesso io o l'animo à si tratta di voler raggruppare le nostre percezioni personali a un'entità ininterrotta e immutabile per poter dare un ordine alle nostre sensazioni. Anche la mente, secondo Hume, non è reale ed è inconsistente, dove si raggruppano, si mescolano, si perdono le diverse percezioni e situazioni.


L'assenza di certezze

La filosofia di Hume, quindi, ruota intorno al concetto di probabilità e di assenza di certezze in tutti i settori della vita umana; anche i "dati di fatto" non possono garantire una certezza assoluta.


La prospettiva etica di Hume

In campo sociale e morale, la filosofia di Hume favorì lo sviluppo di una visione più flessibile e aperta alla conferma concreta dei fatti, meno dogmatica; anche la stessa giustizia non viene definita come sistema basato su principi assoluti e immutabili, ma deve adattarsi alle varie situazioni contingenti in modo da assicurare una convivenza civile ordinata. Egli parla di piano prescrittivo, cioè particolare e contingente e piano prescrittivo, cioè universale e assoluto; egli era interessato più alla possibilità di una convivenza sociale basata sull'utilità dei comportamenti reciproci che su dogmi e concetti precostituiti. Esiste un senso morale interiore che orienta gli uomini già di per sè verso il bene comune.


L'invito alla moderazione

Hume rimane, però, un filosofo che mette in dubbio costantemente sè stesso e il suo sistema filosofico esorta a non dimenticare che l'essere umano dispone di una ragione limitata e che non bisogna fare uso di espressioni troppo assolute.

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